Sono passati dieci anni dall’uscita del libro che sconvolse l’opinione pubblica italiana e in seguito quella internazionale: Gomorra. Successo mondiale, milioni di copie vendute. Poi vengono il film, la serie televisiva. Nessuno si poteva immaginare questo miracolo nel campo dell’editoria e in generale nell’intrattenimento cinematografico.
Sono dieci anni che l’autore Roberto Saviano vive sotto scorta. Una vita divisa tra New York e Roma. La fama barattata con la libertà. Uno scambio, come ha in seguito dichiarato lo stesso scrittore napoletano, che non avrebbe mai voluto fare. Roberto non si è mai arreso in questi anni e dopo averci sfornato il godibilissimo ZeroZeroZero sul traffico mondiale della cocaina, torna a parlare della sua Napoli.
Dove ci sono bambini c’è un’età dell’oro
– Novalis
La paranza dei bambini, pubblicato da Feltrinelli con protagonisti di fantasia ispirati a persone e vicende reali, esamina il tema delle paranze, baby-gang sempre più presenti nelle grandi città metropolitane. Questi bambini vivono praticamente in una realtà parallela. Un mondo composto da tre parole : “Tutto e subito“. L’importante è non diventare dei falliti come i propri genitori che hanno “faticato” tutta una vita senza raggiungere risultati degni di nota. Un mondo nel quale quello che vuoi lo vai a prendere senza pensare alle conseguenze. A qualsiasi prezzo. Machiavelli docet. Un mondo nel quale i jihadisti dell’IS (Islamic State) vengono rispettati perché hanno il coraggio di compiere atti estremi e violenti contro la popolazione civile. Addirittura vengono imitati con la crescita di lunghe barbe per incutere paura nel proprio nemico. Un mondo nel quale il personaggio di riferimento è Dan Bilzerian (ostentatore della sua ricchezza sui social network, personaggio discusso e discutibile). Un mondo violento nel quale si muovono i bambini, guidati dal capo Nicolas Fiorillo.
Tutti hanno sopranomi innocenti: Maraja, Briato’, Tucano, Dentino… quell’innocenza fanciullesca tenera che finirà presto. Molto presto. Cominceranno a seminare terrore dopo aver imparato a usare le armi sparando sulle antenne e sulle parabole, sui balconi dei quartieri più difficili di Napoli. Cercheranno di entrare in attività coi vecchi Boss ormai in decadenza. Contese nelle piazze per lo spaccio di droga. In questa crudezza e brutalità c’è anche spazio per una contorta e sofferente storia d’amore tra Nicolas e Letizia.
– E ti pare che io mi metto paura di un bambino come te?
– Io per diventare bambino c’ho messo dieci anni, per spararti in faccia ci metto un secondo
Adda muri’ mammà
Il tutto è accompagnato con un bilanciato uso del dialetto napoletano. Non nella sua versione classica. Un lavoro di rivisitazione che Roberto Saviano ha svolto con i professori Nicola de Blasi (Storia della lingua italiana all’Università Federico II di Napoli) e Giovanni Turchetta (Letteratura italiana contemporanea all’Università di Milano). Il risultato è eccezionale. Rende la lettura molto più piacevole e scorrevole. Magari i puristi del dialetto napoletano troveranno la scelta azzardata, ma io la trova coraggiosa e azzeccata. Il lavoro dello scrittore è stato meraviglioso poiché è riuscito grazie ai personaggi delle vicende a “modellare” e “imbastardire” il dialetto e renderlo più fluido e coerente con la sua prosa, di per sé fantastica.
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