Gigi Proietti e Alessandro Gassmann ne Il Premio
Il Premio è il nuovo road movie diretto da Alessandro Gassman e scritto insieme a Massimiliano Bruno e Valter Lupo, che vede protagonisti indiscussi di questa trama originale Gigi Proietti, Anna Foglietta, Alessandro Gassman, Rocco Papaleo, Matilde De Angelis, Marco Zitelli e la partecipazione di Andrea Jonasson e Erica Blanc.
Giovanni Passamonte ha avuto una vita difficile, complicata persino da capire e spiegare alle persone comuni, si potrebbe dire inusuale e fuori dagli schemi. Tante compagne, tanti figli sparsi nel mondo, numerosi libri, divenuti best-seller di successo internazionale. Nel frattempo sente che qualcosa è cambiato, non è più giovane, non c’è più ispirazione nella sua vita e tutto sembra diverso, Giovanni è diventato un uomo cinico e anche egocentrico, senza peli sulla lingua e dipendente da vizi che non lo aiutano a sentirsi meglio, anzi sembrano esasperare il suo stato d’animo.
Il Premio si apre in modo pratico e intelligente da un punto di vista narrativo. Siamo già nel cuore della storia quando andiamo a conoscere coloro che accompagneranno il genio della scrittura, in viaggio verso Stoccolma, per ritirare il suo Premio Nobel per la Letteratura. Giovanni ha paura di volare e decide di partire in auto insieme a Rinaldo, suo assistente da una vita. Ad accompagnarlo sono però anche i due figli Oreste (Alessandro Gassman), personal trainer pratico della vita e poco avvezzo alla cultura, e Lucrezia (Anna Foglietta), blogger di successo e anche d’insuccessi personali. Rocco Papaleo che in questa pellicola veste i panni del braccio destro fidato dello scrittore (Gigi Proietti) è una specie di Alfred Pennyworth – ma meno noir e piuttosto esilarante – nel viaggio intrapreso nella vita e per Stoccolma.
Il personaggio di Rinaldo stringe un rapporto molto profondo con il futuro Premio Nobel, un rapporto che riesce a intrattenere il pubblico nelle sue gag, tante, piccole e sparse all’interno della storia. Un rapporto quest’ultimo molto interessante che potrebbe aprirsi a nuove future collaborazioni per la coppia Proietti-Papaleo, originale e geniale al contempo, in grado di colorare anche i momenti più malinconici della pellicola. C’è un momento in cui Giovanni sotto effetto di droghe leggere, giunto ormai a Stoccolma, dopo aver incontrato suo nipote (il talentuoso Wrongonyou, ovvero Matteo Zitelli), continua a roteare su stesso, poi la macchina da presa rallenta il girotondo, fissando il caro Rinaldo che seduto sul sofà ripete a Giovanni delle parole importanti («Il mondo è ancora in movimento, non si è fermato”) mentre tutti dormono, la festa è finita e la notte è ormai fonda.
Matilda De Angelis ne Il Premio, un film di Alessandro Gassman
Giovanni non ha smesso di vivere nemmeno in quel momento. Guarda il mondo da un’oblò e si annoia un po’ per gran parte della storia, ma nell’annoiarsi trova delle riflessioni e la sua genialità risiede in questa capacità: saper ritrovare la sua umanità, anche e soprattutto nel rapporto con i figli e con se stesso. Non è mai troppo tardi per essere geniali persino nei legami famigliari, che il più delle volte sono l’aspetto reputato più scontato e anche spinoso da affrontare nella quotidianità. Essere geniali, come dice del resto il regista stesso «Ha molti vantaggi ma anche svantaggi. La genialità è anche una diversità e si porta dietro anche i problemi che le diversità possono presentare». Tra queste, rimanere in un oblò e non vivere pienamente la vita terrena.
Il Premio è un road movie fantasioso ma realistico, denso a ben guardare, tra una recitazione talvolta fin troppo teatrale, come quella dell’attrice Anna Foglietta e quella più spontanea di Matilde de Angelis e Matteo Zitelli, di introspezione. De Angelis e Zitelli si inseriscono in un panorama artistico che fa ben sperare nel futuro del cinema italiano. Volti espressivi, parole non dette ma facilmente intuibili, che si riassumono in un discorso importante che solo Gigi Proietti poteva incanalare attraverso la sua voce, il suo temperamento e uno sguardo che parla a tutti noi: il tempo passa, la genialità si trasforma, anche i geni commettono dei passi falsi, ma qualcosa ci dice che dietro degli errori, ci sarà sempre il tentativo di rimediare e sprigionare qualcosa che va oltre i nostri obbiettivi: la speranza, l’affetto, la tenacia, il sacrificio.
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