Dettaglio della copertina di Radiofante, di Matteo Russo, edito da Eretica edizioni
Al contrario di quanto si pensi, il mondo è pieno di giovani che si esprimono in versi, ognuno con la propria voce e la sua direzione. «Il viaggio è nella testa»: esordisce così Matteo Russo o, più semplicemente, “Fante”, studente di Psicologia all’ultimo anno della Magistrale con la passione per la scrittura e tante sensazioni da imprimere su carta che, durante i primi anni di università, inizia a dar voce – o meglio, penna – al groviglio di pensieri che si porta dentro.
Ad agosto 2018 firma il suo primo contratto editoriale con Eretica Edizioni pubblicando Radiofante. Diario di un viaggio, riedizione completa e aggiornata della sua prima opera auto-pubblicata nel 2017. Con 16mila follower su Instagram e le sue impronte lasciate tra parole e foto, Fante si definisce «un sognatore» e descrive la poesia come «un sogno a occhi aperti di cui colgo ogni meraviglia».
I sei capitoli della sua raccolta raccontano un viaggio interiore: l’autore raggiunge il lettore senza scudi, senza pretese, senza imporre nessuna condizione; sono gli occhi di chi legge a stabilire che peso dare ai termini. La sua è l’arte di chi sa giocare con le metriche, renderle taglienti e dolci – la poesia d’altronde serve parole su piatti d’argento. Uno stile di scrittura teatrale e fine, «onirico», come lui stesso lo definisce; il suo modo di legare le rime accuratamente scelte tra loro è simile a quello di un tessitore, una trama di sensazioni dentro morfemi.
Nel silenzio della biro,
sul foglio cala il sipario.
È InveroSillabe pensare che la poesia sia fatta di sole metriche, infatti tra le tante rime che scandiscono tempo e spazio tra le pagine, eccole lì, le emozioni: «Sorrido per davvero / se penso a tutti quei colori, / intrappolati in quello nero». Ed è così che l’inchiostro colora la scoperta, l’introspezione, la paura, la guerra, la semplicità, l’esistenzialismo nelle sue tante accezioni ed eccezioni: «L’amore a volte parla una lingua tutta sua. Credo che nulla meglio della poesia possa chiarire questa idea». E quando gli chiedo di raccontarmi qualcosa di lui mi risponde: «Il romanticismo dell’animo umano ha mille sfumature che vanno ben oltre il grigio; pensiamo solo a quante lingue sa parlare questo sentimento universale che ognuno vive a modo suo, proprio come tutti gli altri».
E allora cosa rende speciale Fante? Che oltre ad avere qualcosa da dire ci ricorda che di certo non è da meno imparare ad ascoltare o, meglio, ad ascoltarsi.
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