Il 26 dicembre 2018 su Netflix sbarca You, serie televisiva che parla principalmente di amore, libri e stalking. Protagonisti: Joe, Beck e tutte le persone – o, per meglio dire, i malcapitati – che ruotano attorno alle loro vite.
Beck, che altri non è che una sfortunata ragazza dottoranda in letteratura, un giorno capita per caso nella libreria in cui lavora Joe ed è da qui che tutto inizia: la città di New York si infiamma tra omicidi e suicidi simulati grazie a Penn Badgley, spostatosi dalla scandalosa vita dell’élite di Manhattan per andare a fare il libraio timido ma sociopatico in un quartiere piuttosto anonimo e fare strage (letteralmente) di qualsiasi cosa o persona possa ostacolare la relazione con la sua ninfetta – come la nomina una volta citando Nabokov – Beck. Nel contempo Beck, interpretata da Elizabeth Lail, veste i panni di una comunissima millennial con alle spalle un’infanzia difficile, difficoltà economiche ma amiche chic con cui fare aperitivi costosissimi finanziati dalla ricchissima Peach Salinger, erede della famiglia del noto scrittore, interpretata da Shay Mitchell.
La serie è ben strutturata; già la scritta iniziale che si apre sullo schermo – YOU che dal bianco inizia piano a macchiarsi di rosso sangue – fa intendere che ciò che stiamo per vedere non è sicuramente una puntata di New Girl ma, al contempo, non possiamo certo immaginare cosa ci aspetta. Perché questa serie è un climax che parte in modo innocente, con un ragazzo che si innamora della classica ragazza della porta accanto, dal viso pulito, senza tante ombre in volto; poi le cose peggiorano sempre di più e non da episodio a episodio, ma da un minuto all’altro, escogitando una perfetta strategia per tenere incollato allo schermo lo spettatore. La storia, inoltre, viene narrata da Joe stesso: un ottimo modo per capire ancora meglio ciò che passa nella mente, inevitabilmente e senza dubbio malata, del nostro protagonista.
Da non escludersi una dose elevatissima di trash – di surrealismo, mi azzarderei a dire – tra scatole di ricordi particolari, investigatori privati, qualche pasticca di xanax e negroni a più non posso nominati a caso tra un dialogo e l’altro, così come le citazioni letterarie e i libri stessi. Non manca neanche lo splatter, quindi nemici del sangue state lontani da questa serie. Questo climax, forse vero protagonista di una serie simile, ti lascia con l’acqua alla gola fino all’ultimo minuto dell’ultima puntata, facendo intendere l’uscita di una seconda stagione che io, personalmente, aspetto con tanta ansia. Quindi amanti del trash, nostalgici di Bates Motel o voi, che non riuscite ad attendere che Riverdale ritorni con i nuovi episodi aprite Netflix, cercate You e la nostalgia passerà.
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