Immagine tratta dal documentario Il ciclo del progresso (Period. End of Sentence) di Rayka Zehtabchi
Talvolta diamo per scontato che ciò che abbiamo, fin dagli oggetti più banali, sia accessibile a tutti, ancor più se riguarda il mondo femminile e l’Europa. Non è però sempre così e basta poco per accorgersene: vi immaginate un mondo senza assorbenti? Probabilmente no, perché siamo abituati a poterli comprare quando vogliamo nel più vicino supermercato. Non per tutte le donne è così, però, come possiamo capire da Il ciclo del progresso.
Il ciclo del progresso (Period. End of Sentence in originale) è un documentario diretto da Rayka Zehtabchi che, quest’anno, si è aggiudicato l’Oscar come Miglior cortometraggio documentario. Sulla pellicola viene mostrata la realtà di alcuni villaggi a 60 km da Nuova Delhi, India, in cui non esistono prodotti igienico-sanitari; per questo motivo, quindi, l’arrivo del ciclo per molte ragazzine causa imbarazzo e discriminazione.
Ciò che colpisce, però, sono anche i pregiudizi sul ciclo, considerato ancora da molti un tabù. Gli uomini infatti disconoscono il fenomeno o lo definiscono “una malattia”; le donne, invece, a stento riescono a spiegare di cosa si tratti. Per queste ragioni, le mestruazioni vengono vissute con vergogna e imbarazzo: in quel periodo, le donne non possono nemmeno frequentare luoghi pubblici come il tempio. Quando arriva il ciclo, sono costrette a utilizzare panni e tessuti vari e a smaltirli, in seguito, in modo poco igienico.
Questa situazione porta quasi sempre all’interruzione degli studi da parte di molte ragazze che, magari, hanno aspirazioni e vorrebbero continuare a studiare e trovare lavoro; ciò non permette loro di realizzare i propri sogni e sottrarsi a un destino che, così, risulta già segnato.
La svolta, ne Il ciclo del progresso, sta nell’invenzione di una macchina che crea assorbenti biodegradabili a basso costo. È una vera e propria rivoluzione per la comunità, poiché riesce a fornire lavoro alle donne del luogo che si sentono finalmente utili. Dalla creazione, poi, si passa alla commercializzazione degli assorbenti –denominati Fly perché le donne, grazie a questi, possono puntare in alto. Sicuramente porta un sorriso vedere queste donne finalmente coinvolte in qualcosa di concreto che porta un miglioramento a loro stesse e all’intera comunità. La creazione di questi macchinari è stata possibile grazie a The Pad Project, un progetto finanziato da una scuola di Los Angeles che permette di fare donazioni per questa causa e aiutare altri villaggi. Tutti noi possiamo fare una donazione nel sito ufficiale in modo da promuovere queste importanti iniziative, anche nel nostro piccolo.
Il ciclo del progresso è visibile su Netflix e dura solamente 25 minuti; il tempo sufficiente per comprendere cosa succede nell’universo femminile dall’altra parte del mondo. Una piccola storia di riscatto e consapevolezza ambientata in un’India ancora rurale.
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