Daniele Silvestri @ Indiegeno Fest 2019 © partedeldiscorso.it / Alessia Scarpinati
Indiegeno Fest anno dopo anno non smette mai di stupirci! Quest’anno possiamo affermare che ha davvero fatto del suo meglio. L’ultimo concerto è stato tenuto da Daniele Silvestri in una cornice un po’ più spettacolare del solito. A concludere una bellissima settimana di eventi non bastava un classico concerto al teatro greco di Tindari. Il live infatti è iniziato all’alba.
Appuntamento alle 4:30 del mattino, concerto alle prime luci del giorno e poi una bella colazione con granita, caffè e brioche. D’altronde siamo in Sicilia, non puoi mica pretendere di fare diversamente!
Tutti quelli a cui ho detto che sarei andata a un concerto all’alba al teatro greco di Tindari mi dicevano: «Sei pazza! Non ci sarà mai nessuno!». Cari amici, ricredetevi! Tindari era pienissimo, l’atmosfera era da sogno ed è stato uno dei concerti più belli a cui io sia andata, nonostante la fatica di passare la notte in bianco.
Siamo partiti da casa intorno alle 3:30 del mattino, arrivati lì già nel parcheggio c’erano diverse macchine. Alle 5:00, quando ancora è buio, ma l’orizzonte inizia a schiarirsi, sale sul palco Yuman – che avevamo già sentito in qualche edizione passata di Indiegeno Fest. Dopo circa un’ora è tutto pronto: la gente è trepitante, aspettano tutti il “Presidente” e il cielo è sempre più chiaro. Sono circa le 6:00 e inizia la magia.
Vorrei potervi dirvi esattamente ciò che ho vissuto in quelle due ore di concerto. Vorrei avere la capacità di descrivervi i colori dell’alba con il sole che piano piano sorge dalle spalle del golfo di Milazzo, ma la verità è che solo chi c’era può capire la bellezza di tutto ciò.
Il momento più toccante è stato sicuramente quando Daniele Silvestri ha introdotto L’appello, ricordando la figura di Paolo Borsellino e salutando il fratello Salvatore, anche lui presente a Tindari. Standing ovation per il giudice e tutta la sua famiglia, che ancora oggi lotta per far sì che eventi del genere non possano più accadere.
Si canta e si balla senza sosta, perché «siamo in un posto bellissimo, i fuori programma ci stanno, suoniamo finché ci va!», commenta il cantautore romano presentando uno dei suoi brani. Intensi anche i momenti di riflessione prima di introdurre canzoni come Le navi e La mia casa. Entrambi i testi parlano di migrazione, sono stati scritti «molto tempo prima che questo argomento fosse così attuale».
Terminato il concerto, con il sole già alto in cielo e i venditori ambulanti che iniziano la loro giornata lavorativa, si ha a malapena l’idea di aver vissuto qualcosa di unico e magico. È solo qualche ora dopo che si metabolizza il tutto e si decide di conservarlo per sempre nel cassetto dei ricordi.
È stato bellissimo. Grazie Indiegeno Fest, grazie Tindari, grazie Daniele.
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