Elefante. Per rispondere alla domanda: le emozioni hanno un peso?, si potrebbe pensare a Saramago quando, nel romanzo Cecità, dice “Dentro di noi c’è qualcosa che non ha nome, quel qualcosa è ciò che siamo”. Un peso l’anima potrebbe dunque averlo e quel peso è non solo il nostro corpo fatto di carne ossa e muscoli ma fatto anche di esperienze che ci hanno appesantito.
Se però la risposta non ci soddisfa, potremmo sempre ripensare al film del regista Iñárritu dal titolo 21 grammi – il peso dell’anima:
Quante vite viviamo?
Quante volte si muore?
Si dice che nel preciso istante della morte tutti perdiamo 21 grammi di peso. Nessuno escluso.
Ma quanto c’è in 21 grammi?
Quanto va perduto?
Quando li perdiamo quei 21 grammi?
Quanto se ne va con loro?
Quanto si guadagna?
Quanto… si… guadagna?
21 grammi, il peso di cinque nichelini uno sull’altro.
Il peso di un colibrì, di una barretta di cioccolato.
Quanto valgono 21 grammi?
Elefante: il peso dell’anima
Se volessimo però discutere di un concetto di peso al giorno d’oggi, potremmo aprire Elefante – il peso dell’anima, di Matteo Russo, edito da Eretica Edizioni.
Non vi sono verità assolute nel Quaderno d’arte, nemmeno una traccia di qualche dato certo. Elefante sono poesie e pensieri raccolti da chi ammette di essere una persona estremamente razionale e che dunque è in costante conflitto con la propria pancia.
Copertina di Elefante il peso dell’anima, di Matteo Russo, edito Eretica Edizioni. Foto di Ylenia Del Giudice
Elefante: trova l’inganno
Elefante mi ha colta di sorpresa. Poesie si, ma soprattutto diario di riflessioni. E l’inganno è qui, in questo range borderline in cui si trova probabilmente chi scrive e sicuramente chi legge e arriva fino alla fine.
Poesie d’amore che cercano di dare un senso a qualcosa che può essere scientificamente ridotto ad un pugno di ormoni prodotti dal nostro cervello comandato interamente da sinapsi e assoni.
A quel punto, leggendo, mi sono posta un quesito: un razionale come le legge le emozioni? Come riesce a descriverle e a descrivere le sensazioni provate? Ho raccolto le risposte nelle storie di instagram per non perderle, ma prima di andare a leggere cosa hanno detto gli altri, provate a pensarci voi.
Elefante: una storia comune
Comune a tutti. La ricerca della spiegazione, del perché accade qualcosa e del perché ci batte il cuore è una storia che abbiamo provato e sperimento tutti. Così come abbiamo sperimentato quel senso di inadeguatezza, di un noi sbagliato perché non compreso.
Chi legge i miei articoli sa quanto io ami le poesie, eppure qui sento che manca una parte. Mi manca una chiave di lettura o forse, peggio ancora, cerco disperatamente risposte che non esistono.
Come si può ragionare sui sentimenti? Come si può ragionare sui sentimenti di qualcun altro?
Elefante: un peso condiviso
È qui che allora la poesia di Matteo Russo molto probabilmente ha sortito il suo effetto.
Il peso dell’elefante diventa peso condiviso, diventa inspiegabilmente un peso nostro, di chi legge. La poesia in quanto strumento di comunicazione è mezzo di riflessione, strumento anch’esso che aumenta esponenzialmente il nostro peso.
Elefante è un Quaderno d’arte, fatto anche di illustrazioni di un autore che sceglie di restare anonimo. Un piccolo elefante che vaga da solo fra le pagine, con queste orecchie ingombranti.
Cosa vuoi fare della tua anima? Vuoi davvero lasciarla vagare in un limbo?
Orecchie che servono non a volare come ci insegna la Disney, ma che servono a sentire, ascoltare, decriptare qualcosa che è lì fra le righe. Dopo un centinaio di pagine sale la frustrazione, però.
Illustrazione. Un piccolo elefante che vaga da solo fra le pagine, con queste orecchie ingombranti. Foto di Ylenia Del Giudice
Elefante: guerra e pace tra ragione e sentimento
Quella frustrazione sale quando ci si accorge che non ha senso la continua ricerca disperata, il continuo barrito in solitaria. Non si arriva mai da nessuna parte lasciando in sordina ciò che si sente.
E il lettore si ritrova a voler chiedere a questo piccolo impacciato elefante: cosa vuoi fare della tua anima? Vuoi davvero lasciarla vagare in un limbo?
Più si avvicina la fine e più cambia il ritmo di queste poesie. Sembrano correre verso l’accettazione di un senso di familiarità e un bisogno. Il razionale ha forse trovato la sua via d’uscita.
Estratto di Elefante il peso dell’anima di Matteo Russo, Eretica Edizioni. Foto di Ylenia Del Giudice
Elefante: poesie e pensieri Lacaniani
Se è vero che la poesia ha come scopo ultimo quello di lasciare qualcosa al lettore allora Elefante lascia il frutto della teoria dello specchio di Lacan. Ci lascia uno spazio di riflessione fatto non solo di pensieri elaborati ma soprattutto di un riflesso del lettore o, nei casi peggiori, un riflesso di chi conosciamo.
In questo senso, queste sono le poesie peggiori che abbia mai letto. Si è instillato un piccolo seme fra le mie sinapsi che ha impiegato due giorni a morire. Due giorni fatti di messa in discussione del credo razionale ed emotivo che nel mio peso aveva trovato un equilibrio; fatto di domande su domande senza una risposta.
A questo punto, come può una persona altamente sensibile riuscire a mantere l’equilibrio? E un razionale rifiuta davvero i sentimenti dal peso di un Elefante oppure cerca solo di starne lontano perché sa di non poter perdere l’equilibrio?
Eretica è nuovamente riuscita nel suo intento: anche questa volta non si può dire di aver chiuso un suo libro senza aver riportato danni.
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