Cosa potranno mai avere in comune Wes Anderson e J.D. Salinger? Per rispondere a questa domanda devo, purtroppo per voi, rendervi partecipi di un’illuminazione che ho avuto questa sera, mentre guardavo il film I Tenenbaum (2001, The Royal Tenenbaums) di W. Anderson. Senza voler essere troppo ambiziosa, perché 1) non sono un’esperta di cinema; 2) quello di cui vi parlerò è una sensazione, che però, dopo varie ricerche si è rivelata fondata, e non un semplice frutto della mia immaginazione. Quindi: Franny e Zooey di J.D. Salinger, come ha fatto ad entrare nel fantastico universo cinematografico di Wes Anderson?
Franny e Zooey: una storia d’amore
Qualche giorno fa, spinta dalla noia e da un ricordo un po’ sfocato che avevo del libro, sono andata a ripescare nella mia libreria Franny e Zooey. Il libro di J.D. Salinger (pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel 1961) è composto da due lunghi racconti incentrati sulle figure di, appunto, Franny e Zooey, fratelli minori dei Glass, famiglia fittizia sulla quale Salinger ha basato buona parte della sua produzione.
Penetrare nelle profondità dei due racconti sarebbe per me quasi impossibile. Vengono affrontate infatti tematiche molto complesse e il libro si presta a varie interpretazioni. In poche parole potremmo dire che, in fondo, si tratta di una storia d’amore, come lo stesso autore tiene a specificare. “D’un amore multiplo e composito”, anche, forse, per cercare di sviare l’accusa che spesso gli veniva rivolta di essere ossessionato da “Dio” e dalla spiritualità. La religione occupa sicuramente un ruolo centrale, ma lo stesso vale per l’arte, la letteratura e la filosofia. Verrebbe da dire che il tema dei due racconti sia la vita, in tutte le sue sfaccettature; e in effetti è così.
Franny e Zooey: confronti
Entrambi i racconti sono ambientati a New York. Franny, in balìa di una crisi spirituale, torna a casa dal college, dove la madre e il fratello Zooey cercano, a modo loro, di aiutarla. La maggior parte della narrazione è occupata dalle sequenze dialogiche che vedono confrontarsi Franny con il fidanzato Lane, Zooey con la madre Bessie. Ma il confronto finale e più significativo è tra Franny e Zooey. Entrambi afflitti da problemi esistenziali, cercano, tramite il dialogo, di capire il perché.
L’origine dei problemi di entrambi viene fatta risalire alla loro formazione di bambini, basata sullo studio di testi religiosi e spirituali, guidata dai loro fratelli maggiori: Buddy e Seymour. Franny e Zooey, come tutti i Glass, erano stati dei bambini prodigio, assidui concorrenti del programma radio “Ecco un Bambino Eccezionale”. L’insieme di questi fattori li aveva resi, come Zooey ripete più volte, degli “anormali”. La loro più grande difficoltà, una volta adulti, è quella di essere incapaci di vivere in una società diversa da quella che sognano.
Non capisco proprio a cosa serva sapere tante cose ed essere tanto intelligenti e così via, se non riuscite ad essere felici.
Franny e Zooey: una soluzione sfuggente
Malgrado con l’avanzare del racconto le motivazioni di questo loro disagio si facciano via via più chiare, la soluzione finale rimane sfuggente e nebulosa. La spiegazione che fornisce Zooey soddisfa in un primo momento, ma subito dopo ci accorgiamo che si tratta di argomenti e concetti troppo inafferrabili e ambigui da poter realmente accogliere e comprendere.
Franny e Zooey: il bagno galeotto
C’è una descrizione, in apertura del racconto Zooey, che mi ha colpito molto, in primo luogo per la sua bellezza. È l’immagine che poi ho ritrovato nel film I Tenenbaum e che ha fatto scoccare la scintilla, rendendo possibile questo collegamento.
Nella scena in cui viene presentato per la prima volta, il protagonista è immerso in una vasca da bagno. È un comune lunedì mattina del novembre 1955 e Zooey sta leggendo una lettera indirizzata a lui dal fratello Buddy cinque anni prima. Sul tappeto vicino alla vasca è stato abbandonato un dattiloscritto contenente il copione di uno spettacolo: Zooey è infatti un giovane attore (ha venticinque anni).
Immerso nei suoi pensieri acquatici, circondato dagli effluvi profumati del bagno, tiene tra le labbra la prima delle decine di sigarette che compariranno nel racconto. All’improvviso irrompe Bessie, ponendo fine ai suoi vagabondaggi, e cercando un conforto sulla situazione di Franny.
Franny e Zooey: la trama de I Tenenbaum
I Tenenbaum sono un’eccentrica famiglia newyorkese da tempo disgregata. Dopo il divorzio dei genitori Etheline e Royal, le strade dei tre fratelli Margot, Richie e Chas, in passato piccoli prodigi, si separano. Tanti anni dopo si ritrovano tutti insieme nella loro casa d’infanzia e sono costretti ad affrontare le loro diversità, i loro traumi e segreti.
Ne origina una pellicola agrodolce: il ritratto vivace di una famiglia alla prese con difficoltà dovute soprattutto ai rapporti interpersonali tra i vari componenti.
I Tenenbaum: Margot, sintesi di Franny e Zooey
Margot Tenenbaum è la perfetta sintesi dei personaggi di Franny e Zooey. Figlia adottiva e bambina prodigio, sin da piccola si dedica alla scrittura drammaturgica mettendo in scena piccoli spettacoli casalinghi che riscuotono ampio successo. Una volta adulta, la sua vita privata diventa un mondo inaccessibile. È una fumatrice incallita dall’età di dodici anni, ma nessuno lo sa.
Sposata con un uomo più anziano di lei, passa le sue giornate chiusa in bagno, in compagnia di un mini televisore, costantemente in precario equilibrio sul bordo della vasca, e delle sue sigarette. È così che Margot appare in scena la prima volta. E anche la seconda, quando, proprio come era successo a Zooey, sua madre fa capolino nel bagno e, sedendosi pazientemente su un piccolo sgabello, cerca di ottenere dalla figlia informazioni sulla sua salute mentale.
Come Zooey, Margot è intrappolata nel mondo dell’arte: è una drammaturga che da tempo non riesce più a scrivere nulla di bello e rilevante. Come Franny è immobile e chiusa in un mutismo impenetrabile.
Margot Tenenbaum: antieroina tragicomica
Con Margot, Anderson mette in scena un’antieroina disillusa, apatica e depressa. Una figura fragile interiormente, ma dall’aspetto stoico e imperturbabile. La complessità del suo personaggio è data dalla doppia natura comica e tragica.
Comica perché inserita all’interno del contesto della commedia e caratterizzata da tratti macchiettistici che rimangono invariati lungo tutto il film (l’iconico caschetto biondo, le sigarette sempre a portata di mano ecc.).
Allo stesso tempo è un personaggio tragico perché dietro l’immediato riso che può suscitare, Margot nasconde una realtà profondamente dolorosa: il disagio di chi è stato (considerato) un bambino prodigio e nel presente non riesce a mantenere le promesse di gloria.
Royal: Tu eri un genio!
Margot: No, non lo ero.
Royal: È quello che pensava la gente.
Ma il dolore più forte da sopportare è la repressione di un sentimento: Margot ama Richie e Richie ama Margot, ma il loro è un amore impossibile in quanto fratelli, seppur non di sangue.
A parte questo è molto difficile conoscere cosa passi per la testa di Margot. Della sua vita interiore non trapela nulla, se non ciò che lo spettatore può intuire fulmineamente dai suoi occhi, che sono, anche se raramente, l’unico appiglio per scavare nelle profondità di un viso del tutto impassibile: una richiesta d’aiuto, che subito viene richiamata all’indietro.
Sebbene in tutte le scene corali Margot venga confinata in uno angolo prospetticamente laterale e più lontano rispetto agli altri, fissa al caos di cui la sua famiglia è protagonista, è la sua figura ad attrarre magneticamente lo sguardo dello spettatore per la sua complessità e impenetrabilità.
I Tenenbaum: lieto fine
Nonostante la somiglianza delle premesse, i finali delle due opere sono diametralmente opposti. A differenza di Franny e Zooey, I Tenenbaum si conclude, a parer mio, con un lieto fine (termine discutibile in questo caso, è vero, ma niente spoiler!). Anderson ci permette di tirare un sospiro di sollievo. Tutti i personaggi sembrano trovare un loro equilibrio. Dopo aver fatto i conti con i loro disagi, le loro anormalità e sconfitte possono finalmente perdonare loro stessi e gli altri (soprattutto il padre Royal, che si trasforma da figura assente a elemento che porta risoluzioni).
L’arte come dialogo
I personaggi di Salinger sono personaggi che pensano tanto e parlano tanto, riuscendo a tirar fuori le loro emozioni, anche se faticosamente. I personaggi di Anderson pensano e sentono, ma parlano pochissimo. Solo quando Margot e Richie si confessano reciprocamente il loro amore la storia si avvia alla sua conclusione, come se tutto il film puntasse a quel momento rivelatorio. In Franny e Zooey il dialogo porta, come ho già detto, a una soluzione, seppur poco afferrabile ed effimera, ne I Tenenbaum ad una parvenza di pace e tranquillità. Quanto questa condizione durerà non è dato saperlo.
In conclusione possiamo dire che c’è un motivo per il quale Franny e Zooey si basa sullo scambio e il confronto dei suoi personaggi. Dal dialogo nasce la tensione, dalla tensione nasce la vita, e quindi l’arte. Dall’incontro tra J.D. Salinger e Wes Anderson prende vita un’opera originale e fresca. E se con l’immagine della vasca di Margot il film si impreziosisce grazie alla citazione di Salinger, allo stesso modo i personaggi di Salinger vengono irradiati di nuova luce.
Curiosità: nel trailer del nuovo attesissimo film di Wes Anderson, The French Dispatch, si intravede per pochi secondi un Timothée Chalamet in bianco e nero, con turbante in testa, sorpreso da Frances McDormand mentre… si sta facendo un bagno! Che Anderson ancora una volta si sia ispirato a Salinger? Lo scopriremo presto, spero!
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